"Mithridatium antidoton", "Mitridato antidoto preservativo"

"Mithridatium antidoton", "Mitridato antidoto preservativo": "mitridatis theriaca" * di Galeno (129-203 d.C., "Methodus Medendi"). Elettuario costituito da oltre 60 ingredienti (elencati da Plinio il Vecchio, 23-79 d.C. "Storia Naturale"), ideato da Crateva, medico personale di Mitridate VI Eupatore Re del Ponto (132-63 a.C.) che lo utilizzò non soltanto come antidoto fino ad assuefarsi, come vuole la tradizione storica, a tutti i veleni (il ben noto "mitridatismo") ma anche per la prevenzione della peste, efficacia affermata da Galeno e poi anche da Carlo V (1500-1558) che, a suo dire, avrebbe salvato dal contagio le sue truppe mediante l'assunzione dell'antidoto. Altre fantasiose pozioni proposte nei secoli per la prevenzione della peste: "pillole di Rufo", "elisir antipestilenziale di Crollio" (seguace di Paracelso), "olio magno di Mattioli" ("De morbi gallici curandi ratione", 1536), "aceto benzoarico ** di Erne", "aceto magistrale di bezuario" **, "diascordio di Fracastoro", "polvere di fra' Giovanni Battista Eremitano" ed infine tanti altri composti a base dei più svariati ingredienti, per lo più vegetali.
(*) è nota anche la "theriaca di Andromaco", medico personale di Nerone, variazione della ricetta di Mitridate con aggiunta di trocisci (o trochisci, pasta secca) di vipera femmina non gravida. La pozione fu poi perfezionata da Critone medico di Traiano ed è sopravvissuta con grande considerazione e successo fino al XX sec. Ultima preparazione documentata: Napoli, 1906, (**) il termine "bezoar o bézoard o bezoario" deriva dal persiano
"badzahar" ("bad": protezione, "zahr: veleno), trasformato poi in arabo "bazhar" ed in latino medievale "bezoar", con il significato, nella lingua originaria, di concrezioni petrose che si formano nel corpo di alcuni animali