Nicandro, medico e poeta greco, "Alexipharmaca", "Theriaca", III sec. a.C.: introduzione in Medicina dell'uso delle sanguisughe *, raccomandate anche da Galeno di Pergamo ** (129- 203 d.C., "Methodus Medendi") "per espellere i cattivi umori" mediante il salasso. Storicamente il salasso *** rappresenta una delle più antiche terapie: strumenti per la esecuzione della manovra son stati reperiti a Stone Age (6000-2000 a.C.) ed era praticato dagli abitanti della Mesopotamia, dagli Egizi, dai Greci, dai Maya, dagli Aztechi, dagli Arabi e riportata anche negli scritti di Ippocrate di Kos (460-377 a.C., "Corpus Hippocraticum"), di Avicenna (980-1037, "Canon medicinae", 1025), di Paolo di Egina (625-690). La pratica, rimasta largamente in uso fino al XIX sec., veniva effettuata mediante applicazioni di sanguisughe o di un tubo di aspirazione denominato bdellepitecio **** o mediante flebotomia ***** ed utilizzata per curare le più svariate malattie dermatologiche (sifilide, blenorragia, scabbia, carbonchio, rosacea, ecc.) oltre che degli organi interni. Nell'era moderna è ancora in uso nel trattamento delle porfirie, della policitemia, della emocromatosi.
(*) "Hirudo medicinalis" nella terminologia scientifica, "mignatte" in quella popolare,
(**) Galeno scoprì che le vene e le arterie erano riempite di sangue, e non di aria dello spirito vitale, come si credeva a quel tempo, e sosteneva che rimuovere "la pletora" e cioè l'eccesso di sangue restituisse l'equilibrio con gli altri umori interni: bile nera, bile gialla, flemma, (***) dal latino "sanguinem laxare", (****) dal greco "bdella": sanguisuga, "epithesis": applicazione. E' denominato anche "antibdella", (*****) dal greco "phlebos": vena, "tomein": tagliare